A Nightmare on Elm Street 2: Freddy's Revenge (1985)
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Il blog originale nasce nel 2010 con "L'Osceno Desiderio", ma ho scritto anche per Horror.it, Malastrana VHS, Malastrana Magazine, Le Recensioni di Robydick e altre testate. Questo blog è una sorta di "Greatest Hits" al contrario con un sacco di robaccia su Euro Crime, Spaghetti Western, Exploitation e Horror che ho scritto negli ultimi quindici anni. Leggete a vostro rischio e pericolo.
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Ottimo thrilling di Martino, con il compianto Claudio Cassinelli.
Molto bello questo Morte sospetta di una minorenne di Sergio Martino, sottovalutato e dimenticato nel panorama di genere anni settanta che tanti titoli ha sfornato per la gioia (o la noia) dei catecumeni del bis. Un peccato non ricordarlo perché il parto di Martino non ha nulla da invidiare ai film coevi, anzi, vive in una sua "dimensione" bastarda tra il poliziottesco, il thrilling e la commedia che lo rende oggetto inconsueto e interessante.
C'è una ragazzina assassinata, Marisa (la bella e riccioluta Patrizia Castaldi), un personaggio ambiguo ed equivoco che "indaga" sull'omicidio, ovvero Paolo "Meningi" Germi (il grande e compianto Claudio Cassinelli) facendosi aiutare da un giovane scippatore, Giannino (Adolfo Caruso), e una vicenda intricata che mischia puttane, papponi, rapitori e banchieri. Non ci si fa mancare niente, la sceneggiatura di Martino e di Ernesto Gastaldi procede per accumulo, parte come thrilling, si tinge di giallo, si fa spesso e volentieri commedia brillante non disdegnando nemmeno il poliziottesco con commissario. Potrebbe sembrare un gran pasticciaccio, e forse lo è, però molto godibile e, soprattutto, ben girato con la solita, grande professionalità di Martino, che si permette di girare una scena d'omicidio piazzata proprio all'inizio molto ben congegnata per poi lanciarsi in un inseguimento tra le strade milanesi con tanto di comicità slapstick e offrire allo spettatore pure una sequenza ambientata sul tetto di una sala cinematografica con Cassinelli appeso alla struttura che si apre scoperchiando il cinematografo.
Un cinema prettamente di genere, quindi, capace però di risvegliare l'interesse dello spettatore e dell'appassionato con una messa in scena "all'americana" nel senso migliore del termine, che non risparmia colpi di scena e ardite "interpretazioni" del contesto sociale d'epoca, con i ricchi speculatori a giostrare il flusso di capitali, droga e prostituzione.
Nella costruzione dell'impianto poliziesco, non possono mancare volti noti e di grande impatto cinematografico come Massimo Girotti (nel ruolo del deus ex machina Gaudenzio Pesce), Mel Ferrer e il già citato Claudio Cassinelli, attore molto, molto apprezzato da chi scrive, scomparso tragicamente durante le riprese di Vendetta dal Futuro (1985) dello stesso Martino, il 12 luglio 1985 a Page, Arizona, causa incidente aereo (l'elicottero sul quale stava effettuando delle riprese si schiantò contro un ponte) protagonista di molte pellicole della decade selvaggia dei seventies, ma non solo, da Milano Violenta di Mario Caiano a Il Ladrone di Pasquale Festa Campanile, in cui interpretava Gesù, fino ai lavori con Fulci, Murderock e I Guerrieri dell'anno 2072.
Parterre femminile notevole, anzi tra i più rappresentativi della produzione bis, con la bella Barbara Magnolfi, nel ruolo di Floriana, capelli corvini e fisico che dire da urlo è dire poco (un titolo, un perché, La Sorella di Ursula di Enzo Milioni, ma anche Suspiria e Milano: Difendersi o Morire), omaggiata con diversi primi piani dal buon Martino, a fare il paio con la splendida Jenny Tamburi, burrosa come poche, indimenticata e indimenticabile Lolita in La Seduzione (1972) di Fernando Di Leo, Peccati in Famiglia (1975) , ottimo erotico-famigliare di Bruno Gaburro con Massaccesi alla fotografia che poi la diresse nel voyeuristico Voglia di Guardare (1986), scomparsa prematuramente il primo marzo del 2006, dopo una carriera di tutto rispetto come responsabile casting. Chiudono il cerchio Lia Tanzi, che non ha assolutamente bisogno di presentazioni e la già citata Patrizia Castaldi, meteora del bis nazionale della quale si conta solo cotanto cimento attoriale, poi si dedicò alla professione di costumista (Scusate se è poco, 1982 e Il Cappotto di Astrakan, 1979, entrambi di Marco Vicario), protagonista assoluta dei primi minuti della pellicola.
Da riscoprire o rivedere senza indugio, sia per gli amanti di Martino che per gli appassionati in generale, proprio per la grande libertà che regista e sceneggiatore si prendono nel rimaneggiare il plot, offrendo ottime visioni settantesche e un protagonista lontano dall'incarnazione dell'uomo di ferro che dilagava nei cinema italici, in gran parte merito di Cassinelli, molto bravo nel confronto finale con un grande Massimo Girotti, chiusura fumosa e malinconica che aggiunge quel qualcosa in più degno di essere ricordato e custodito. Almeno spero. Recuperate il bellissimo Dvd della Sazuma, da vedere in "double bill" con la splendida edizione, sempre Sazuma, de La Settima Donna di Franco Prosperi. Fotografia di Giancarlo Ferrando, montaggio di Raimondo Crociani e musiche di Luciano Michelini. Con Gianfranco Barra, Franco Alpestre, Aldo Massasso, Fiammetta Baralla e Franca Scagnetti.
Originariamente pubblicato su "Le Recensioni di Robydick" il 14/12/2011.
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Che strano film questo The Godsend della regista inglese Gabrielle Beaumont, tratto da un discreto romanzo di Bernard Taylor. La recente visione del Blu-ray Shout! Factory, in accoppiata con la sublime Serie B in odore di Z di The Outing, rivela una pellicola bizzarra, imprendibile, che cerca di arraffare il possibile dalla "nobile" serie Il Presagio ma nello stesso tempo se ne distacca cercando la strada (ardua) del cinema da camera più intimista. No, vi sto raccontando un sacco de fregnacce perché parliamo pur sempre di Serie B, anche se non così scalcinata e cialtrona (fu una produzione Cannon, nientemeno).
Ricapitolando, The Godsend mette in scena un dramma terribile: una tranquilla coppia si ritrova la prole sterminata dalla figlia adottiva, una piccola bastardella biondo platino gentile regalo di una misteriosa donna incontrata durante una gita nella campagna inglese (la spettrale Angela Pleasence). Comunque, la peculiarità della pellicola sta tutta da un'altra parte, ovvero nell'incredibile aplomb con cui i due coniugi (Malcolm Stoddard e la bella Cyd Hayman) affrontano la progressiva dipartita dei figli legittimi, fino a quando il padre non decide di prendere a calci l'insopportabile mocciosa. Fine.
Non è proprio così. Il film della Beaumont (una valanga di Tv, tra cui Death of a Centerfold: The Dorothy Stratten Story con Jamie Lee Curtis, Hammer House of Mystery and Suspance, ma soprattutto Beastmaster III) ha una sua fiera dignità che lo eleva al di sopra dei vari cheapies del periodo, vuoi per la regia elegante, vuoi per la fotografia naturalistica di Norman Warwick e lo score puntuale di Roger Webb, vuoi per una certa aria morbosa che, bene o male, si respira per tutta la durata, probabilmente il pregio maggiore di un'operina che cerca di evitare come la peste effetti ed effettacci concentrandosi più sull'atmosfera minacciosa e paranoica che lo script di Olaf Pooley vorrebbe evocare, rimandando la spettatore a ripassarsi Il Villaggio dei Dannati. Missione non completamente riuscita, ma il "moderno miracolo" del Blu-ray, se così lo vogliamo chiamare, gioca a favore di The Godsend restituendo un transfer in 1.78:1 veramente pregevole. Insomma, il film non si è mai visto così bene. Non è poco.
Originariamente pubblicato su "L'Osceno Desiderio" il 9/02/2016.
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