Se vi pare poco, guardatevi gli occhioni da cerbiatta di Leslie (la Baldwin) mentre si dedica con passione alla ginnastica artistica grazie all'interesse del defunto padre, il gangster Nicky Rocco (Sal Vecchio) ucciso dai suoi compari durante un romantico interludio con la cantante in dolce attesa Ruby Claire (Piper Laurie) e tornato per reclamare tremenda vendetta contro gli esecutori materiali e i presunti mandanti dell'agguato, utilizzando il corpo della figlia (nata la notte dell'omicidio e rimasta muta a causa del parto prematuro) come strumento di morte. Più o meno.
In questo caso, il valore aggiunto è l'ambientazione all'interno del drive-in gestito da Ruby, un vero e proprio microcosmo in cui si consumano i bizzarri omicidi (gli scagnozzi colpevoli del massacro lavorano tutti al cinema!) e che Harrington utilizza per lanciare una non proprio velata polemica nei confronti del cinema di "consumo" (sullo schermo scorrono le chilometriche gambe di Allison Hayes in Attack of the 50 Foot Woman, 1958) tramite il personaggio di Ruby, ex artista depressa e alcolizzata rimasta imprigionata negli anni trenta.
Questo dualismo tra cinema classico e horror esorcistico (o di possessione) è la ragione principale dello scorno critico riservato a Ruby, per molti un film spazzatura, per altri un oggetto non identificato dei tardi settanta in bilico tra autorialità e picchi di delirio assoluto degni del cinema marginale più sgangherato. Manco a dirlo, questa è la ragione principale per cui chi scrive apprezza il parto di Harrington, grande e ormai quasi dimenticato regista di "cinema del terrore" relegato nei gironi infimi del genere di consumo (un peccato imperdonabile per i critici da salotto) per via de Il Cane Infernale (Devil Dog: The Hound of Hell, 1978), solido Tv Movie, assolutamente consigliato agli appassionati di horror, che tuttavia non dovrebbe essere considerato quale testamento registico del cineasta losangelino, capace di offrire al pubblico capolavori cupi e disperati come The Killing Kind (1973) con John Savage e Cindy Williams.
Dopo questo cappellone (nel senso introduttivo) arriviamo finalmente alla ciccia, ovvero le manomissioni operate da Steve Krantz (vedere l'affaire Fritz The Cat) cominciando dal finale posticcio appiccicato alla pellicola per doppiare il finalone depalmiano di Carrie (1976) e la versione realizzata per la Tv con materiale aggiuntivo realizzato (così come l'epilogo) da Stephanie Rothman in persona (secondo la leggenda), che eliminava tutte le scene violente per dare più spazio a personaggi secondari come Lila June e lo sceriffo, senza contare un subplot "investigativo" dedicato al Dr. Keller (Roger Davis), il medico incaricato di risolvere il "caso" della presunta possessione di Leslie.
Come da copione, Harrington odiò questa versione non autorizzata, tanto da imporre lo pseudo Alan/Allen Smithee, amareggiato dalla sostituzione del finale originale con un "jumpscare" da quattro soldi, che rovinò il tono crepuscolare della storia. A dirla tutta, il finale alternativo non distrugge completamente la visione di Ruby, aggiungendo una coda di pura exploitation che, pur rozza e girata con un'attrice che chiaramente non è Piper Laurie, sigilla una pellicola comunque concepita per lo sfruttamento commerciale e destinata per forza di cose a generare scomodi paragoni con i capolavori ai quali si "ispira", tutto vero, anche se il nucleo del cinema di Curtis Harrington, ovvero individui con gravi disturbi psichiatrici rinchiusi nel loro piccolo "giardino delle torture", rimane forte e pulsante come in How Awful About Allan (1970), Whoever Slew Auntie Roo? (1971) e What's the Matter with Helen? (1970).
Il recente combo Dvd/Blu-ray della VCI, Region A, 1.85:1, non fa miracoli rispetto al Dvd (sempre VCI) del 2001, ma offre una gradita rimpatriata con i bei faccioni di Stuart Whitman, Eddy Donno, Jack Perkins e il vecchio Fred Kohler Jr., nonché una bella mole di extra, tra cui diverse interviste con Harrington, contributi critici di David Del Valle e Nathaniel Bell, più il commento audio (già nel Dvd) del regista con Piper Laurie, nonostante qualche pecca nel reparto tecnico. Penso che possa bastare.
Originariamente pubblicato su "L'Osceno Desiderio" il giorno 08/12/2018.