giovedì 7 dicembre 2023

3615 code Père Noël (1989)

 


Arriva Natale ed ecco un bel film per le feste! Quasi dimenticato.

Notte di Natale. Un bambino si ritrova da solo nella sua villa ultra-tecnologica in balia di uno psicopatico travestitosi da Santa Claus in cerca di vendetta.

Ecco un film (quasi) dimenticato. Questo 3615 Code Pére Noël (1989) di René Manzor è pellicola pregna di quelle contaminazioni di genere che fanno la felicità di appassionati e addetti ai lavori; un film cupo, claustrofobico, assolutamente non progettato come film natalizio per famiglie, o meglio, un film natalizio con un Babbo Natale veramente viscido e disturbante. Già basterebbe la scena dell’uccisione del cane per capire che non ci si trova davanti ad un innocuo giocattolo per bambini sbavanti e urlanti in cerca di emozioni disneyane. Il Patrick Floersheim del film di Manzor  è uno psicopatico in piena regola, subdolo e vendicativo, che si inserisce in un contesto idilliaco in cui il piccolo Alain Musy (alias Alain Lalanne, giovane prodigio che successivamente si dedicò ad una carriera nel campo degli effetti speciali visivi) è un rampollo di ricca famiglia con una smodata passione per i videogames, i modellini e Rambo. Se ne accorgerà il povero Santa Claus farlocco (magnifico quando si “sbianca” la barba con una bomboletta di neve spray) letteralmente soverchiato dal piccolo bastardo in tenuta stalloniana stile Rambo 2.

Il bravo Manzor si destreggia tra action ottantesco, thriller e horror carpenteriano, immergendo il tutto in una luce bluastra da acquario in cui i protagonisti della vicenda si inseguono come se fossero in una sorta di arcade vecchio stampo; l’unica cosa che conta durante il metraggio è il gioco tra vittima e carnefice, e Manzor è molto bravo ad invertire le parti, per cui il resto del cast risulta, a conti fatti, un poco stucchevole (Brigitte Fossey, su tutti) non inficiando, tuttavia, la riuscita della pellicola che è tesa, buia e scorretta al punto giusto.

Certo, il difetto maggiore è che sembra di trovarsi di fronte ad un episodio allungato di serial TV come Tales From The Crypt o Tales From The Darkside, ma è questione di lana caprina, anzi, è interessante notare come, un anno dopo, Hollywood proponesse una versione edulcorata dello stesso plot con il mega-successo Home Alone/Mamma, Ho Perso L’aereo scritto da John Hughes e diretto da Chris Columbus, cartoonesco, melenso e ligio ai doveri della commedia brillante, utilizzando l’apparentemente angelico Macaulay Culkin con capello biondo e occhio azzurro al posto del guerrafondaio bambino con fascia nera, cartucciera e armi alla mano, politicamente scorretto, ma molto più affascinante come protagonista dell’action/horror/videoclipparo con un anima di René Manzor.

Originariamente pubblicato il 24/12/2011 su Horror.it.

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