venerdì 25 febbraio 2022

Nekromantik 2 (1991)


Nekromantik 2: Die Rückkehr der Liebenden Toten (1991)

Jorg Buttgereit. Siete avvertiti. O si ama o si odia a morte. Se avete già visto il prototipo Nekromantik, allora sapete in cosa vi state cacciando. Nel caso contrario meglio prenderlo con le pinze, questo Nekromantik 2.

Che cosa c'è di meglio di una storia d'amore malata e delirante? Una storia d'amore malata e delirante in cui il protagonista è morto e la protagonista è una necrofila felice della sua condizione; senza giudizi morali o spiegoni introduttivi, il regista tedesco entra subito nel vivo (si, vabbè) della vicenda, mostrando al pubblico l'amplesso post-mortem tra Monika e il fu Rob (Daktari Lorenz) del precedente capitolo in puro stile Buttgereit, ovvero compiaciuto, squallido, disturbante, con un sottile contrappasso ironico che rende il tutto ancora più deprimente. Monika gode copulando con il cadavere di Rob. Una sera al cinema conosce Mark (Mark Reeder), un doppiatore di film porno con cui intreccia una relazione. Buttgereit non ci crede neanche un po', e infatti le immagini idilliache dei due fidanzatini al luna park e allo zoo, sono di un sarcasmo che cola letteralmente dallo schermo come i liquidi del disfacimento organico del cadavere. Quando Mark poi scopre il pene del cadavere conservato nel frigo su un piatto, allora si capisce subito dove si andrà a parare.

Non c'è alcuna possibilità per Mark, la biondocrinita Monika M. (così accreditata, non bellissima, ma capace di calamitare l'attenzione di chi scrive per tutto il metraggio, avvistata in un altro film di Buttgereit, Schramm) non ha rimorsi né dubbi sulla moralità delle sue azioni, anzi il suo "universo", dal suo punto di vista, ha tanta dignità quanto quello del partner occasionale Mark, orripilato dal fatto che la ragazza guardi con le amiche delle videocassette in cui si vedono delle foche vivisezionate. Immagini sgradevoli, sporche, sgranate, anche se meno amatoriali rispetto al prototipo, che traghettano lo spettatore fino alle deliranti immagini della copula finale, cultissima, pornografica al punto giusto, promessa e rimandata per tutto il metraggio. Unica chiusura possibile per la pellicola di Buttgereit, che non è di facile visione, sia per questioni di ritmo che per soggetto e confezione.

Chi conosce il cinema del famigerato tedesco, apprezzerà. Gli altri meno. Molto meno. Prendere o lasciare. Tutto il cinema di Buttgereit è esperienza emicranica e destabilizzante, ma da visionare almeno una volta per toccare con mano la filmografia di un autore eccentrico, famose sono le conferenze stampa imbastite dal buon Jorg, capace di cose comunque interessanti come Schramm (1993), lucida e (trucida) biografia di un killer seriale, per chi scrive il suo film migliore, ma anche di infami sequenze di scopate con i morti con sottofondo pianistico e intimista. Consigliato, comunque.

Nel 1991 la pellicola fu addirittura sequestrata dalle forze dell'ordine in Germania. Oggi il dittico si trova senza troppe difficoltà in Dvd, tramite la Barrel Entertainment e in combo Dvd/BluRay edito da Cult Epics nel febbraio 2015. Buttgereit è autore di programmi radiofonici e ha curato e diretto la versione teutonica del musical Gabba Gabba Hey con le musiche dei Ramones. E' tornato al cinema con l'antologico German Angst nel 2015 con Andrea Marschall e Michal Kosakowski.

Originariamente pubblicato su "Le Recensioni di Robydick" il 7/11/2011.

Etichette: ,

mercoledì 9 febbraio 2022

Julie Darling (1983)


Altra roba dall'archivio. 

Go Julie!!! Capolavoro dello sleaze diretto dallo specialista Paul Nicholas (Chained Heat, 1983), interpretato dalla bellissima Isabelle Mejias e da una Sybil Danning (qui come Sybill) meno puttaneggiante del solito, anche se protagonista di una scena di sesso non proprio soft.

La giovane Julie (Mejias) è una ragazzina stronza e viziata con una passione spropositata per il padre (un Anthony Franciosa che sembra pieno di antidolorifici), tanto da lasciar crepare la madre (la burrosa Cindy Girling da Polpette) durante un tentativo di stupro; cioè, potrebbe far fuori il buzzurro locale (Paul Hubbard) ma preferisce lasciare che la madre venga picchiata a morte, piuttosto che premere il grilletto del suo fucile. 

Rimane così finalmente sola con l'amato genitore fino a quando il povero Franciosa non viene attirato dal richiamo della passera, portandosi a casa nientemeno che Sybil Danning in persona, con tanto di figlioletto a carico. Julie è triste e ha la faccia di una che si è mangiata un cesto di prugne ogni volta che si trova nelle vicinanze dei due scocciatori, per cui progetta un piano per eliminare definitivamente la nuova famiglia, prima chiudendo il fratellastro in un frigorifero abbandonato e poi tramando dietro le quinte per killerare la bellissima matrigna, che comincia a sospettare qualcosa dopo il fallito attentato al figlio.

Da qui in poi, Julie Darling si trasforma in un thriller bislacco e sempre più sordido, dedicando parecchio tempo alle avventure del maniaco sessuale Weston (Hubbard), l'assassino della madre di Julie datosi alla macchia dopo il misfatto, che passa le serate a bere e picchiare prostituite manco fossimo in Vice Squad

Ma non preoccupatevi, il centro della pellicola rimane sempre e comunque Julie, cinica, manipolatrice e infame come pochi. E se in ogni film di Super Serie B che si rispetti non può mancare una scena ai limiti del delirio assoluto, allora Julie Darling si porta a casa un ottimo in pagella grazie alla strepitosa performance della Mejias mentre spia padre e matrigna che fanno sesso, immaginando di sostituire la seconda durante il focoso amplesso. Incredibile. Ottimo Blu-ray Code Red, Region Free, 1.85:1, ripieno di extra e interviste (la Mejias odia il film ma è comunque simpaticissima e autoironica) per cui spostate la vostra collezione Criterion e fate spazio a questo imperdibile reperto della cinematografia d'autore. Da vedere ad ogni costo, durante le feste. Se possibile. Go Julie!!! 

Originariamente pubblicato il 24 settembre 2014 su "L'Osceno Desiderio".

Etichette: , , ,